100km del Passatore 2014: una sfida per i miei primi 40 anni
|Ci pensavo da un anno; ne ho parlato con alcuni amici podisti e non che mi hanno in varie forme detto che forse avrei fatto una pazzia iscrivendomi. E forse proprio per questo l’ho fatto 😉
Parlo della 100 Km del Pasatore, una gara per la quale qualsiasi parola sarebbe superflua. Chi la conosce, anche solo per sentito dire, ha ben presente di cosa si tratta. Chi ne sentisse parlare ora per la prima volta vada sul sito ufficiale dell’organizzazione e legga un po’ del materiale presente. Dubito che non ne si possa restare colpiti, magari anche solo pensando che è da matti correre 100km per una gara. Di certo non può non affascinare.
La 100km del Passatore è il mio personale regalo per i miei 40 anni, gli ultimi 3 dei quali passati correndo. La prima volta che ho iniziato a farci un pensierino mi sono ripromesso che avrei dovuto prima completare almeno 10 maratone, traguardo che raggiungerò il 9 Marzo con la Maratona di Brescia. Ecco quindi che dall’idea sono passato a pensare seriamente a questa gara, sino ad iscrivermi qualche settimana fa: pettorale n° 959.
Arrivati alla soglia degli “anta” si perde lucidità e si va a fare pazzie? Forse è quello che pensano le persone che mi stanno intorno e mettendomi nei loro panni li capisco. Per me il Passatore è una sfida con me stesso, tanto dura nei 100km di gara come nella preparazione che li precede. Credo che il preparare e correre Maratone in questi anni mi abbia reso una persona diversa e più forte, per certi versi più preparata ad affrontare le avversità e le difficoltà della vita di tutti i giorni. Correre il Passatore è un’avventura podistica ma anche un modo per cambiare lungo la direzione che la Maratona mi ha portato a percorrere.
Del resto la corsa è lo sport più democratico che ci sia: se vai è perché tu, e solo tu, spingi. Non ci sono scie o aiuti strani (ok, un pacer o un compagno di corsa un po’ aiutano) e un risultato lo si ottiene solo con le proprie qualità, che sia un tempo o una distanza percorsa poco importa.
Come preparare una gara smile? Per la mia esperienza il risultato finale in una maratona, presentandosi in griglia con una preparazione fisica adeguata, è dipendente un 30% dalla prestazione fisica e il restante 70% dalla forza mentale. Credo che al Passatore la parte mentale incida addirittura di più, e mi sono sempre più convinto di questo dopo aver ascoltato il racconto di due miei compagni di squadra che hanno corso la gara l’anno scorso piazzandosi per giunta molto bene. Ad entrambi come podisti la componente mentale non manca di certo, tantomeno la voglia e la capacità di soffrire per un risultato che si sono prefissi.
Ho stampato l’altimetria del percorso attaccandola in ufficio dietro la mia scrivania, così che possa essere da stimolo per i prossimi circa 100 giorni che mi separano da questa gara. A guardarla mette soggezione, ma allo stesso tempo affascina.
Avrò modo nelle prossime settimane di parlare un po’ della mia preparazione al Passatore; per adesso vado avanti con la mia routine pre Maratona in previsione della gara del 9 Marzo a Brescia, ma dal 10 Marzo si inizia a lavorare solo in ottica Passatore rifinendo la preparazione per arrivare alla fine dei 100km.
Di strada da fare ce n’è proprio tanta ma ho scelto io di percorrerla e credo che ne valga la pena.